L’endometriosi è una malattia poco conosciuta, ma che colpisce più di 200 milioni di donne in tutto il mondo, e che oltre ad avere un impatto sulla qualità della vita, può compromettere la fertilità. Pertanto, è fondamentale diagnosticarla con la massima tempestività. Se hai un dolore pelvico continuo o i tuoi cicli mestruali sono molto dolorosi, chiedi al tuo ginecologo di sottoporti a un controllo. E se la malattia viene confermata non ti allarmare, perché esistono delle terapie. Ecco le risposte ad alcuni dubbi frequenti:
- Che possibilità ho di rimanere incinta?
La cosa migliore è rivolgersi a un centro che disponga di un’équipe specializzata nel trattamento di questa malattia, poiché ogni caso deve essere studiato in modo personalizzato. - Perché ha conseguenze sulla fertilità?
Perché può causare lo sviluppo di aderenze che ostacolano il funzionamento delle tube di Falloppio, lo sviluppo degli ovuli o l’impianto degli embrioni. - Quali trattamenti possono aiutare a migliorarla?
Di base, le opzioni sono rappresentate dalla terapia medica ormonale, dall’intervento chirurgico e da tecniche di riproduzione assistita. - Quando è necessario intervenire chirurgicamente?
Solo quando il dolore non può essere controllato con i farmaci, oppure nelle pazienti che presentino cisti molto grandi o tube estremamente dilatate. - L’età è un fattore a sfavore?
Sì, perché la malattia può progredire e la fertilità può ridursi, pertanto noi consigliamo di non ritardare il momento della maternità oppure di conservare gli ovuli. - In che modo le tecniche di riproduzione assistita possono essere d’aiuto?
Esistono più opzioni, ma la scelta dipende dall’estensione della malattia, dal risultato dei trattamenti precedenti e dall’età. - In quali casi sono particolarmente indicate?
Nelle pazienti con più di 38 anni, oppure nelle pazienti operate nelle quali riteniamo che le possibilità di una gravidanza spontanea siano ridotte. - Qual è la percentuale di successo della FIV in caso di endometriosi?
È molto variabile, dipende dall’estensione della malattia, dall’età e dal tipo di tecnica proposta, e richiede uno studio completo della coppia. - L’impianto dell’embrione può risultare più difficile?
Sì. Inoltre, possono essere presenti altre patologie uterine che possono complicare ulteriormente la situazione, come miomi, adenomiosi, ecc. - È certo che dopo la gravidanza i sintomi possano migliorare?
Sì, e la malattia può essere controllata con trattamenti più semplici.